Da Udine un'immaginario che sconvolge: commistione di illustrazione classica a lapis/pennino e uso della tecnica digitale, altresì detta computer grafica.
Abbiamo conosciuto Elena pian piano, grazie al colore celeste del testo delle sue numerose e dettagliatissime email, e ci siamo accorti che la sua dimensione è davvero un universo dove perdi la nozione del perimetro e l'orientamento.
Una cosa che salta all'occhio subito della sua arte è che è diffusa capillarmente in rete; moltissimi blog ne parlano, gallerie fotografiche delle sue opere si trovano sparse tra social e portali del settore, dove il riscontro con l'osservatore è immediato e si risolve in un commento a fondo pagina: "bello anche l'uso dei cavoli trasformati in albero" dice Stefano. Indicativo del curioso punto di vista tra osservatore e artista. Si potrebbe considerare l'ipotesi di collegare tutti questi portali in un'unica galleria mediale, perché no.
Ad ogni modo Elena riesce ad incuriosire, ad affascinare e catalizzare l'occhio di chi guarda nella descrizione di un mondo personalissimo.
La prospettiva pressoché assente, i collage digitali e l'uso della grafica "a bic nera" che fa riaffiorare in noi ricordi di illustrazioni dove il segno lega indissolubilmente con il gesto e ne porta l'ombra addosso.
Ci piace il suo campo a colori pastello e la traccia sonora di un cinguettio d'uccelli non appena apri il suo sito. Ci inquietano le distorsioni delle figure antropomorfe e quel che nascondono in un racconto più ampio, che esce dalla cornice dell'opera e che possiamo intuire appena.
Fruttosio o saccarosio, 2010
Eyhead, 2011
Agostiny, 2011
L'artista esporrà per noi in una collettiva a due a fine maggio presso la Skin Gallery di Brescia, a breve vi aggiorneremo su tutti i particolari!
Vi lasciamo un collegamento ad un'intervista che ha rilasciato al magazine ESPOARTE il 19 marzo 2012 e il collegamento alla pagina nostro sito a lei dedicata.
“Salvare, riparare, dare una dimensione, uno spazio, un contesto.” E.dF.
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